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Tempo 

Tra esattezza e infinito

Ogni secondo è di valore infinito
perché è il rappresentante di un’eternità tutta intera
Johann Wolfgang von Goethe

Che cos’è il tempo?
Il tempo sembra voler sfuggire ogni definizione, misurazione e possibilità di contenerlo. Secoli di storia e popoli estremamente differenti hanno tentato e tentano di farlo proprio, scandirlo. Immersi noi stessi nella temporalità, tentiamo di studiare ciò che contiene i nostri stessi studi. In virtù di ciò, nascono le molteplici interpretazioni di passato, presente e futuro dove «il presente di ciò che è passato è la memoria, di ciò che è presente è la percezione, di ciò che è futuro l’aspettativa» (Sant’Agostino).
Si viene a porre, quindi, un quesito fondamentale su quale sia il contributo delle scienze umane e scientifiche nella percezione del tempo.

Passato: percezione e memoria

Cosa sono i millenni? Una manciata di tempo.
Polvere in confronto ad un unico sguardo dell’eternità
Hermann Hesse

«La storia è memoria», diceva Jacques Le Goff, un lavoro di ricostruzione e scavo in continua evoluzione, ricerca, conservazione di documenti e testimonianze, nell’intento di fare proprio il passato, di poterlo percepire attraverso un pensiero umano vivente e impegnato. Memoria e conoscenza del passato sono strumenti per pensare, vivere il passato e, al contempo, per interpretare il presente: «è una ben povera memoria quella che funziona solo all’indietro» (Lewis Carroll).

Presente: ciclicità e ritmo

Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò
che noi facciamo mentre sta passando.
Albert Einstein

Nelle diverse culture ed epoche, il presente si è posto dinanzi all’uomo come una sfida, generando immagini di ciclicità, linearità o del loro connubio. L’eterno ricorrere/scorrere del tempo, irripetibile nel suo essere istante, offre una percezione di movimento, ritmo, successione sempre multiforme ed allo stesso tempo uguale a se stessa, a volte difficilmente imbrigliabile in schemi predeterminati, riconducibile a simmetrie o concepibile dalle nostre facoltà cognitive. 

Futuro: evoluzione e progresso

La vita è sempre creazione, imprevedibilità e, nello stesso tempo,
conservazione integrale e automatica dell’intero passato.
Henri Louis Bergson

Immaginare, percepire e anticipare il futuro, inteso come atto che produce avanzamento ed evoluzione e che conserva sempre la sua essenza di indeterminatezza, incarna lo slancio vitale e rappresenta la possibilità per l’uomo di trascendere i propri limiti, dare libero sfogo alla propria creatività, ricollocare costantemente i propri orizzonti. Il progresso delle scienze modifica e stravolge la percezione umana verso il futuro, sviluppando rapporti dialettici tra scienza, società e spazio.


Il tempo porta dunque maggiori traguardi o sconfitte?
Se non possiamo prescindere dal tempo per studiarlo, contemporaneamente rimane impossibile smettere di interrogarci su di esso. Nel suo celebre Il deserto dei Tartari, Dino Buzzati sembra quasi sintetizzare il rapporto dell’uomo moderno con il tempo: «Il tempo intanto correva, il suo battito silenzioso scandisce sempre più pretenzioso la vita, non ci si può fermare neanche un attimo, neppure per un’occhiata indietro».
Come l’uomo si confronta, quali domande si pone e quali priorità sceglie rispetto alla conservazione e alla memoria del passato, al vivere nel presente, al proiettarsi verso l’incognita del futuro?

All’interno della problematica generale sul tempo chiediamo ai candidati di riflettere criticamente in relazione ad una o più delle seguenti tematiche:

  1. L’utilizzo pubblico della memoria e della storia.
  2. Le incidenze del momento presente sulla percezione di tempo e spazio.
  3. Il tempo nei modelli e nei sistemi.
  4. Prossimità e distanze: la posizione dell’uomo nel tempo.
  5. Il tempo nelle arti.
  6. La percezione del tempo tra ciclicità e linearità.
  7. Le aspettative e le incertezze del nostro tempo.
  8. Il tempo dei paesaggi.
  9. Il progresso: visioni, aspettative e tendenze.
  10. I meccanismi che, proiettando il passato sul presente e sul futuro, sottendono a persistenze e rimozioni nella costruzione dell’identità individuale e collettiva e nella percezione del proprio tempo.

 

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